Il rito della Confermazione o Cresima è un Sacramento della Chiesa cattolica che in Occidente si separa dal Battesimo solo dal V secolo come una "seconda fase" del cammino dell’iniziazione cristiana, che lo inserisce più pienamente nella Chiesa tramite l’incontro sacramentale col vescovo.
Per molti oggi il termine confermazione connota il fatto che i candidati confermano i loro voti e promesse battesimali fatti a nome loro dai loro genitori e padrini/madrine al momento del loro battesimo da neonati, ma storicamente il suo significato è più complesso di questo. Infatti, le parole confirmatio, confirmare, cominciarono ad essere usate nell’unzione post-battesimale o imposizione delle mani, quando il vescovo ratificava o confermava ciò che era iniziato con il battesimo.
Più tardi, quando la Chiesa comincia ad accettare la dottrina che questo rito supplisse forza per la vita cristiana adulta attraverso l’opera efficace dello Spirito Santo, diventa naturale che la confermazione sia compresa pure come "rafforzamento".
1 Dati storici e teologici
1.1 Origini del nome
1.2 Origini del rito
1.3 Fondamenti scritturali
2 Pratica rituale e sacramentale
2.1 Nelle Chiese cattolica e ortodossa
2.2 Nel Protestantesimo
1.1 Origini del nome
Questo sacramento, all’inizio, non aveva un nome specifico, ma veniva identificato col rito stesso con cui veniva amministrato, ossia imposizione delle mani. Per un certo periodo (III secolo) venne da alcuni identificato col termine greco «sf?a???» [sfraghìs], in latino signaculum o consignatio, ossia “sigillo”. Ci si riferiva con questo al segno di Cristo, impresso simbolicamente con l’olio sulla fronte del neofita all’atto della sua iniziazione alla fede, per indicare la “proprietà” di Cristo su quella persona (allo stesso modo in cui i soldati si imprimevano sulla fronte il segno del loro capo, e agli schiavi veniva impresso il sigillo del loro padrone). A partire dal V secolo comincia a diventare comune l’uso del termine confirmatio (greco «ßeßa??s??» [bebàiosis] , confermazione), sia nel senso di completamento, perfezionamento della grazia del Battesimo, sia nel senso di irrobustimento, fortificazione. Infine il termine cresima, dal greco «???sµa» [crìsma], “unto”, “olio”, entra in uso in tempi più tardi, e vuole esprimere sia il gesto dell’unzione, sia la materia con la quale è compiuta.
1.2 Origini del rito
La testimonianza più antica si trova nei riti battesimali contenuti nella "Tradizione apostolica" di Ippolito (AD 215) e nel trattato "De Baptismo" di Tertulliano (AD 198). Entrambi questi testi testimoniano dell’esistenza di una cerimonia al seguito del battesimo, consistente in una preghiera detta dal vescovo mentre distende le mani sui candidati, l’unzione del candidato sulla fronte, l’imposizione delle mani sul capo di ciascuno ed il segno della croce sulla fronte.
Anche il battistero stesso era composto da due locali: uno apposito per il battesimo vero e proprio, composto da una vasca battesimale, ed un locale attiguo, chiamato consignatorium per l’imposizione delle mani.
Originalmente non si faceva distinzione alcuna fra bambini ed adulti nell’uso di questa cerimonia post-battesimale. Quando venivano battezzati dei bambini, essi pure venivano unti con l’imposizione delle mani. Ciò che, però, era stabilito dalle chiese romane ed africane era che l’unzione e l’imposizione delle mani spettava al vescovo e quindi vennero separate dal battesimo, sia per i bambini che per gli adulti. In caso di emergenza, amministrata da un presbitero, o quando i vescovi non erano più in grado di presiedere ad ogni battesimo, questa cerimonia post-battesimale era inevitabilmente rimandata fintanto che il candidato avesse potuto presentarsi di fronte ad un vescovo. Questa separazione fra battesimo e confermazione, impostasi nelle chiese da esigenze pratiche, diventa così la pratica normale e conduce alla situazione in cui il battesimo era ritenuto appropriato per l’infanzia e la confermazione ad anni più tardi.
Sebbene nel rito romano questa cerimonia sia associata al dono dello Spirito Santo, non è chiaro se questo pure fosse il caso degli altri riti nell’occidente latino. Essi forniscono esempi di semplici unzioni post-battesimali sulla fronte, che in Gallia ed in Spagna sono amministrate dal presbitero che battezzava con olio consacrato precedentemente dal vescovo. Dove però questo rito non era influenzato dalla pratica romana, non c’è nulla che indichi che la ricezione dello Spirito Santo sia connessa con lo scopo di questa unzione.
Si ritiene comunque che questo rito sia collegato con le abluzioni e l’uso dell’olio in uso nel mondo antico. Un’altra spiegazione dell’origine della confermazione è stata cercata nei riti dello Gnosticismo e delle religioni misteriche in cui i candidati procedevano dal livello dell’iniziazione ad uno più elevato.
1.3 Fondamenti scritturali
Il rito della confermazione è spesso fatto risalire, nel Nuovo Testamento, ad Atti 8:14-17; e 19:1-7. In queste occasioni, in Samaria e ad Efeso, gli Apostoli impongono le mani in vista del dono dello Spirito Santo. In questi casi, però, non si può parlare di una seconda fase dell’esperienza cristiana, separata dall’impegno a seguire Cristo suggellato dal Battesimo.
Altri testi del Nuovo Testamento associati alla confermazione parlano dell’uso dell’olio o crisma nell’iniziazione, ed includono 2 Corinzi 1:21 ["Or colui che con voi ci fortifica in Cristo e che ci ha unti, è Dio"] e 1 Giovanni 2:20,27 ["Quanto a voi, avete ricevuto l’unzione dal Santo e tutti avete conoscenza. ... Ma quanto a voi, l’unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno dell’insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato"]. L’unzione a cui si riferiscono questi testi, però, può essere null’altro che una metafora del dono dello Spirito Santo nel battesimo.
2 Pratica rituale e sacramentale
2.1 Nelle Chiese cattolica e ortodossa
Per le Chiese cattolica ed ortodossa, il Sacramento, strumento di Grazia, è un’occasione per il credente di ricevere l’ "Aiuto" divino nella propria vita di fede.
La Confermazione fa parte, insieme al Battesimo ed alla Eucarestia, dei "sacramenti dell’iniziazione cristiana". Il Battesimo incorpora il fedele alla Chiesa, il "popolo di Dio", l’Eucarestia sostiene il fedele nel cammino verso la "Città celeste", mentre è ancora in quella "terrena", la Confermazione conferma l’impegno del credente nella fede e nell’essere testimone della Parola di Dio.
La Confermazione è detta anche Cresima. Il termine Cresima come detto ha la stessa origine del termine Cristo, derivano infatti dalla parola greca "crisma", "unzione". Come Cristo è l’ "Unto", così la "Cresima" è l’unzione del cristiano. Come Cristo è consacrato Sacerdote, Profeta e Re, così con la Cresima il cristiano è consacrato sacerdote, profeta e re. In questo senso si dice anche che la Cresima renda "soldati di Cristo", espressione collegata con il rituale del buffetto che è un retaggio di investitura militaresca: come nell’esercito romano si dava la alapa militaris (uno schiaffo che simboleggaiava una prima ferita), ripresa nelle investiture cavalleresche di "addobbamento", così il vescovo dava un piccolo buffetto sulla guancia destra, che resta tutt’oggi nel rituale.
Il rito della Cresima differisce nella Chiesa cattolica latina ed in quelle orientali, sia cattoliche che ortodosse. In quelle orientali si ricevono, ancora neonati, contemporaneamente tutti e tre i Sacramenti della iniziazione.
La Chiesa cattolica latina dispone che "Il Sacramento della confermazione venga conferito ai fedeli all’incirca all’età della discrezione, a meno che la Conferenza Episcopale non abbia determinata un’altra età o non vi sia il pericolo di morte oppure, a giudizio del ministro, non suggerisca diversamente una grave causa" (canone 891 del Codice di diritto canonico).
Le Chiese orientali, considerando questo Sacramento come "effusione della Grazia", ritengono opportuno conferirlo già ai neonati al momento del Battesimo. I cattolici latini, invece, ritengono conveniente conferirlo quando la persona è consapevole di ciò che sta ricevendo, tanto da richiedere, di solito, un corso di catechesi di preparazione, che duri almeno un anno. In passato la Chiesa latina conferiva il sacramento della Cresima poco prima della "prima comunione", la prima volta in cui si partecipava all’Eucarestia. Una pratica del genere viene ora riproposta dal Sinodo dei Vescovi per ristabilire l’ordine teologico dei primi tre sacramenti. La Chiesa latina prevede anche la presenza di un padrino o madrina, cristiano già cresimato, che accompagni il "cresimando" a ricevere il sacramento, mentre le Chiese orientali, che conferiscono il sacramento subito dopo il Battesimo, al quale è presente il padrino o madrina, non ritengono necessario legiferare sulla loro presenza anche alla Cresima.
Nonostante queste diversità, entrambe le Chiese attribuiscono a questo Sacramento una funzione identica. Del resto, prevedono che conferire il sacramento sia il vescovo o un sacerdote autorizzato, che unge la fronte del cresimando, dopo aver chiesto allo stesso, o ai genitori in sua vece se neonato, di assumere l’impegno ad una vita cristiana coerente con i valori evangelici.
Sono state più volte contestate le recenti posizioni di molte Conferenze Episcopali che hanno deciso di restituire l’antica disciplina e di non ritardare più l’amministrazione del Sacramento fino all’età di quattordici o sedici anni, come in recenti decenni avveniva con il risultato di fare del Sacramento quasi un rito di passaggio all’età adulta.
Chi interpreta il Sacramento come solo o principalmente una professione di fede e di conferma della propria appartenenza ad una confessione religiosa (dando così alla parola "confermazione" un senso attivo di qualcosa compiuto dal cresimando) non vede di buon occhio la sua amministrazione, come si usa in alcuni paesi, a bambini di solo sette o otto anni.
Invece, nel contesto del Sacramento, la Chiesa cattolica-romana interpreta la parola "Confermazione" in senso passivo nei riguardi del cresimando e in senso attivo dello Spirito Santo per mezzo del rito: "Il sacramento della confermazione, che imprime il carattere e per il quale i battezzati, proseguendo il cammino dell’iniziazione cristiana, sono arricchiti del dono dello Spirito Santo e vincolati più perfettamente alla Chiesa, corrobora coloro che lo ricevono e li obbliga più strettamente ad essere con le parole e le opere testimoni di Cristo e a diffondere e difendere la fede" (canone 879 del Codice di Diritto Canonico).
2.2 Nel Protestantesimo
Il rito della confermazione continua ad essere praticato nelle Chiese riformate e presbiteriane e, in genere, quelle che praticano il battesimo dei bambini. La sua legittimità biblica, però, e la pratica che se ne fa, viene sempre più spesso messa in questione. Esse affermano che:
-La confermazione non è un sacramento, ma un antico rito della Chiesa che deriva dagli Apostoli quando imponevano le mani su coloro che venivano battezzati;
in esso i candidati ratificano e confermano i voti fatti in loro nome da coloro che li hanno portati nella loro infanzia al Battesimo;
-esso dà l’opportunità a coloro che sono stati battezzati nella loro infanzia di rinnovare e di confermare loro stessi i voti fatti al momento del Battesimo;
in esso le persone, con un’aperta confessione di fronte agli uomini, riconoscono Gesù Cristo, il Figlio di Dio, come loro Signore e Salvatore [“Chiunque perciò mi riconoscerà, davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli. Ma chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini, io pure lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Matteo 10:32,33); …poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato. Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione, per ottenere salvezza” (Romani 10:9,10).
-Hanno il dovere di fare questa confessione di fede tutti i cristiani che hanno raggiunto l’età della discrezione o responsabilità, che si rendono conto di essere peccatori e che senza ravvedimento verso Dio e fede nel nostro Signore Gesù Cristo, sono perduti.
Nella Chiesa anglicana la Confermazione assume natura di rito "sacramentale", cioè non di sacramento vero e proprio, ma di pratica che attribuisce un bene spirituale al fedele. Il ramo "cattolico" dell’Anglicanesimo attribuisce a tale istituto, però, un vero e proprio valore sacramentale.
La legittimità della Confermazione è spesso posta in discussione, nelle chiese evangeliche, sotto diversi aspetti. (1) La sua discutibile giustificazione biblica; (2) il fatto che diventi spesso solo una tradizione che si pratica solo per consuetudine senza una reale persuasione di fede del candidato e quindi che le si attribuisca il valore solo di "rito di passaggio" indipendente da un autentico impegno nella vita cristiana (tipica la situazione di molti confermati che, dopo questa cerimonia "non si vedono più in chiesa"); (3) la necessità di spostarla in avanti nel tempo, per le chiese che "confermano" adolescenti troppo giovani per intenderne effettivamente la valenza.